Tancredi

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Tancredi

Musica di Gioachino Rossini

Melodramma eroico in due atti

Libretto di Gaetano Rossi, da Voltaire

 

 

Trama

 

Antefatto

Siamo a Siracusa, nel 1005, durante le lotte tra saraceni, bizantini e siciliani. La città mantiene la sua indipendenza, anche se è devastata dalle lotte intestine tra le famiglie di Argirio e Orbazzano. Il nobile Tancredi, amante della figlia di Argirio, Amenaide, viene esiliato perché ritenuto fedele a Bisanzio.

 

Atto I

Argirio, per fare pace con l'antico nemico Orbazzano, gli promette in sposa la figlia Amenaide, che però ama ancora Tancredi, ed è oggetto delle mire di Solamir, il nemico saraceno; egli infatti l'ha chiesta in sposa, ma Argirio la offre ad Orbazzano. Amenaide intanto ha scritto una lettera a Tancredi per farlo tornare; una lettera mai giunta a destinazione. Tancredi ritorna, credendo Amenaide ancora fedele; lei tenta di opporsi alle nozze, incontrando l'ira del padre, e cerca di far partire l'amato, ma Orbazzano mostra a tutti la lettera di Amenaide, che si crede rivolta a Solamir. Amenaide non svela la verità per non tradire Tancredi e viene arrestata.

 

Atto II

Argirio è combattuto tra ragion di stato e amore paterno, ma è costretto comunque a condannare la figlia. Allora si presenta un cavaliere sconosciuto (Tancredi) che difende Amenaide, e chiede un duello con Orbazzano per liberarla. Orbazzano viene sconfitto e ucciso, e così Amenaide è libera; ma Tancredi la crede ancora spergiura. Intanto i saraceni minacciano i siracusani, se Amenaide non sarà offerta sposa a Solamir, Siracusa verrà distrutta. Tancredi decide di combattere contro di loro per liberare la città, e le truppe infatti vincono. Argirio svela la verità a Tancredi, che torna da Amenaide, chiedendo scusa. L'opera si conclude col giubilo generale.

(Finale della versione di Ferrara: purtroppo, ferito in battaglia, Tancredi muore, ma spira, comunque, felice di sapere di essere amato sia da Amenaide che dalla sua città, grata per la vittoria).

Programma e cast

Direttore: Michele Mariotti

Regia: Emma Dante

 

Maestro del Coro: Ciro Visco

Scene: Carmine Maringola

Costumi: Emma Dante e Chicca Ruocco

Luci: Luigi Biondi      

Movimenti coreografici: Manuela Lo Sicco         

        

PERSONAGGI  -  INTERPRETI

Argirio: Enea Scala

Tancredi: Carlo Vistoli 

Orbazzano: Luca Tittoto

Amenaide: Hasmik Torosyan

Isaura: Ekaterine  Buachidze*

Roggiero: Maria Elena Pepi*

 

*Dal progetto “Fabbrica” – Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma

Nuovo allestimento Teatro dell’Opera di Roma

Teatro dell'Opera - Teatro Costanzi

Il Teatro dell'Opera, per il periodo compreso tra la sua edificazione (1879), voluta da Domenico Costanzi (1810-1898), e il 1926, anno in cui il teatro fu acquistato dall'allora Governatore di Roma, portò il nome del suo costruttore.

 

Domenico Costanzi, impresario edile, ne affidò la realizzazione all’architetto milanese Achille Sfondrini (1836-1900), specializzato nella costruzione e nel restauro di teatri. Edificato in diciotto mesi sull'area anticamente occupata dalla villa di Eliogabalo, fu inaugurato il 27 novembre 1880 con l'opera Semiramide di G. Rossini, diretta dal maestro Giovanni Rossi, alla presenza dei sovrani d'Italia.
Sfondrini progettò il teatro privilegiando soprattutto il risultato acustico e concependo la struttura interna come una "cassa armonica"; la forma a ferro di cavallo ne è una delle prove più evidenti.


In origine il teatro, in grado di accogliere 2212 spettatori, disponeva di tre ordini di palchi, di un anfiteatro e di una galleria, il tutto sormontato dalla cupola, di pregevole fattura, affrescata da Annibale Brugnoli.
Costanzi, che vi aveva investito quasi tutto il proprio patrimonio, conseguentemente al perentorio rifiuto, da parte dell’Amministrazione Comunale, di comprare il Teatro, fu obbligato a diventarne il diretto gestore; pur costretto ad affrontare vari problemi di natura economica, sotto la sua direzione "impresariale", il Teatro ospitò «prime assolute» di opere, quali Cavalleria Rusticana (17 maggio 1890) e L'Amico Fritz di P. Mascagni (31 ottobre 1891), poi diventate famosissime.


Dopo un breve periodo, sotto la direzione del figlio di Costanzi, Enrico, al quale va riconosciuto il merito di aver contribuito alla realizzazione di altre grandi "prime", come Tosca di G. Puccini (14 gennaio 1900) e Le Maschere (17 gennaio 1901), La conduzione amministrativa del Teatro Costanzi fu rilevata nel 1907 dall'impresario Walter Mocchi (1870-1955), per conto della Società Teatrale Internazionale e Nazionale (STIN).
Nel 1912 Emma Carelli (1877-1928), moglie di Mocchi, divenne direttrice e responsabile della nuova «Impresa Costanzi», così ribattezzata dopo varie trasformazioni di ordine societario. Con l'acquisizione del Costanzi da parte del Comune di Roma, il teatro diventò "Teatro Reale dell'Opera" e ne fu disposta una parziale ristrutturazione, affidata all'architetto Marcello Piacentini. Chiuso, il 15 novembre 1926, fu nuovamente inaugurato il 27 febbraio 1928 con l'opera Nerone di A. Boito, diretta dal maestro Gino Marinuzzi.


Con l’avvento della Repubblica, acquisita l' attuale denominazione di "Teatro dell’Opera", l’edificio nel 1958 subì, per volontà dell' Amministrazione Comunale, un'ulteriore ristrutturazione e ammodernamento.
Nel corso di oltre un secolo di vita, il Teatro dell'Opera ha visto aumentare sempre più il proprio prestigio anche in campo internazionale. Nelle numerose stagioni si sono succeduti interpreti di fama mondiale, da Caruso a Gigli, Šalljaplin, Pertile, Lauri Volpi, dalla Muzio alla Caniglia, Maria Callas, Renata Tebaldi, Montserrat Caballé, Marilyn Horne, Raina Kabaivanska; da Del Monaco a Corelli, Giuseppe Di Stefano, Tito Gobbi, Alfredo Kraus fino a Raimondi, Carreras, Domingo, Pavarotti.


E direttori illustri quali Eric Kleiber, Klemperer, Toscanini, De Sabata, Marinuzzi, Gui, Serafin, Von Karajan, Gavazzeni, Solti, Abbado, Prêtre, Mehta, Maazel, Rostropovich, Patanè, Sinopoli, Sawallisch, Sanzogno, Gelmetti e dal 2008 il Maestro Riccardo Muti.

 

Come raggiungere il Teatro dell'Opera

Piazza Beniamino Gigli, 7

 

METRO
Linea A - fermata REPUBBLICA TEATRO DELL'OPERA

AUTOBUS
Via Nazionale - H, 40, 60, 64, 70, 71, 170, 116T
Via Depretis - 70, 71
Via Cavour - 16, 75, 84, 150 (festivo), 360, 590, 649, 714
Stazione Termini - 16, 38, 75, 86, 90, 217, 310, 360, 649, 714

Punto TAXI
Telefono - 06.3570

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